Il bacio della donna ragno

Argentina, 1970, il Paese vive sotto un regime militare. In una cella di Buenos Aires due mondi diversi e apparentemente incompatibili collidono: Valentin Arregui Paz, giovane rivoluzionario militante, e Luis Alberto Molina, omosessuale sulla quarantina. I due, che non potrebbero essere più diversi, trovano un punto d’incontro nel cinema e nella comune passione per i vecchi film degli anni ‘40 - gli stessi che l’autore Manuel Puig amava fin dall’infanzia. 

Poco alla volta, a partire delle trame dei film di Hollywood, i due si trovano a parlare di politica, società, ideali e speranze, facendo cadere ogni velo. 

Grazie ai dialoghi fitti e sagaci in cui si alternano litigi e riflessioni le pagine scivolano veloci, il ritmo incalzante rende quasi impossibile staccarsi dal libro mentre si evolve il rapporto tra i protagonisti. Potrebbe essere una pièce teatrale - e proprio per questo si è prestato così bene al cinema, nella trasposizione del 1985 firmata da Héctor Babenco. 

Tra l’ironia e la leggerezza del giovane Valentin e la più pacata saggezza di Luis, prende forma un romanzo inaspettato sui sentimenti, una riflessione sul potere e sulla fitta tela che intesse intorno agli individuo, una denuncia politica e sociale che risuona ancora potente.

Il bacio della donna ragno, Manuel Puig (SUR edizioni)

traduzione di Angelo Morino

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Giorgia, 01 aprile 2019