I pesci non hanno gambe

Sono preziosi i romanzi in cui la geografia dei luoghi risuona nei respiri dei protagonisti.

Così è I pesci non hanno gambe (a cui segue Grande come l'universo, già pubblicato da Iperborea), dove le vicende narrate trovano una corrispondenza emotiva nei paesaggi islandesi fatti di ghiacci, vento, vulcani, distese infinite senza orizzonti e tanto tanto mare. Mare che dà la vita e garantisce la sussistenza economica, grazie a pesci che lo popolano; mare che ci mette alla prova, che è anche capace di farci annegare se non sappiamo camminarci sopra (e no, non sappiamo farlo).

Quello di Jón Kalman Stefánsson è un romanzo corale dove le generazioni si intrecciano, si sovrappongono, si condizionano e i sentimenti, i desideri e le frustrazioni si tramandano dall'una all'altra. La vicenda principale è quella di Ari, ex poeta ormai riciclato a scrivere manuali su come smettere di soffrire, di fumare, di danneggiarsi la vita. Alla soglia dei cinquant'anni la sua vita professionale è naufragata, l'ispirazione poetica si è esaurita e al suo matrimonio non è andata meglio, picconato dal peso della quotidianità che trasforma anche l'amore più forte “in un martedì qualsiasi”.

È per questo che Ari ha abbandonato moglie e figli, è scappato in Danimarca senza ragionare troppo, mosso dall'impulso primordiale che ci fa sollevare la testa sopra il ciglio dell'acqua per non soffocare, e dal bisogno di avventurarsi in zone inesplorate dell'esistenza. Ora però sta tornando indietro, sta tornando a casa, anche se la parola “casa” lo respinge e lo attrae fortissimamente allo stesso tempo, e sta tornando per il più doloroso dei compiti, quello che più di ogni altro ci pone di fronte all'interrogativo di chi siamo e da dove veniamo: assistere il padre morente.

Un romanzo che è un viaggio labirintico all'interno dell'animo umano, attraverso la molteplicità di paesaggi che sempre attraversiamo nel corso delle nostre vite, raccontato con una lingua che appartiene più al mondo della poesia che a quello della prosa, capace di emozionare e di trasmetterci fedelmente quell’amalgama di bellezza e realtà di cui è fatta la vita.

I pesci non hanno gambe di Jón Kalman Stefánsson (Iperborea)

Traduzione (bellissima) di Silvia Cosimini

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Arianna, 09 settembre 2019