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Billie Holiday, una biografia di John Szwed

In occasione di JAZZMI 2018 Maurizio Franco presenta "Billie Holiday", la biografia scritta da John Szwed e pubblicata da il Saggiatore

«Triste, olivastra, pigra, felina, fumosa, strana.» Sembra la declinazione di una personalità spigolosa, invece è quella di una voce, una voce «molto difficile da descrivere»: quella di Billie Holiday, la più grande interprete jazz di tutti i tempi. La dea dalle celebri stravaganze e irregolarità ritmiche; la Billie politica di Strange Fruit e della Harlem degli anni trenta, anima gemella di Lester Young e rivale di Ella Fitzgerald; la Billie trasformista che strizza l’occhio al cinema e alla televisione ma viene paragonata a un poeta come John Donne. Un’icona inesauribile che ancora oggi, a sessant’anni dalla scomparsa, chiede di essere decifrata. Non solo per le mistificazioni che costellano la sua discussa autobiografia, Lady Sings the Blues. Ma perché la sua vita e la sua musica sono due giganti che si fronteggiano, difficili da armonizzare in un’immagine unitaria che non limi le asperità e le bizzarrie della sua persona ma nemmeno lasci in ombra la sua dimensione artistica.
John Szwed prende in mano l’intricato filo dell’esistenza di Billie Holiday isolando le vicende biografiche – la miseria durante l’infanzia, poi la piaga del razzismo, l’abuso di droghe, la brutalità degli uomini – dalla sua ascesa musicale, quando il jazz, il pop e il blues si mescolarono e la voce «indelebilmente singolare» di Billie Holiday plasmò la storia del jazz. Tra brevi ritratti, scorci storici e raffronti inediti – come quello fra le diseuses del cabaret parigino e i cantanti gospel, soul e rap afroamericani –, Szwed si dimostra il maestro delle contaminazioni, dell’emozione e del rigore, capace di dare a Billie Holiday un volto nuovo, sfaccettato come un ritratto cubista.