Maternità

Beate, se esistono, le donne che lo sanno sin da subito, qual è la scelta giusta per loro. Se fare un figlio ed entrare nel mondo della maternità, scoprirne uno dopo l'altro i significati e le implicazioni; o se non farlo e dedicarsi a tutto il resto. Beate le donne che non si interrogano insistentemente, che non cercano la risposta nei libri, nelle storie delle amiche, nei biscotti della fortuna, nell'oroscopo o nelle monete degli I Ching.

Sheila Heti ha scritto un romanzo sul tormento di una donna di trentasette anni che sente il tempo stringersi e accorciarsi di fronte a sé: deve prendere la decisione, e deve prenderla ora, il tempo è esaurito ma lei non sa da che parte cominciare. I dubbi si rincorrono, uno dopo l'altro, si susseguono come le fasi del ciclo mestruale, le riflessioni filosofiche si alternano ai confronti con le amiche e con il compagno, pagina dopo pagina l'autrice srotola il filo dell'ermeneutica di sé, intraprende il viaggio – mentale ed emotivo - nel tentativo di cogliere la propria verità più profonda.

Se c'è una cosa importante, e rasserenante, nel libro di Heti, è il superamento di quella partigianeria che divide le donne con figli da quelle che hanno scelto di non averne. Ad un certo punto, gli sguardi delle donne sulle altre si caricano di quella domanda: e tu, da che parte stai?

Ecco, Sheila Heti sgombra il campo da ogni opposizione e da ogni certezza per riconsiderare il significato, prezioso e costruttivo, del dubbio che tutte accoglie e, quello sì, a tutte fa da madre. Ricompone nella scrittura le istanze dell'una e dell'altra posizione, del significato della maternità e della scelta di non avere figli, che infine assurge al valore di azione attiva, e non di semplice mancanza di un'azione.

Maternità, Sheila Heti (Sellerio)

traduzione di Martina Testa

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Arianna, 08 aprile 2019