Dry Martini

Tra tutti i cocktail, uno dei più semplici. Di tutti i cocktail, re.

Il Dry Martini indossa la propria corona con compostezza e decoro a dispetto dell’età e delle origini umili. La storia lo vuole nato intorno al 1850 in California, come evoluzione del Martinez, miscelato in voga tra minatori e prospettori ai tempi della febbre dell’oro; la celebrità la raggiunge agli albori del Novecento, e poi durante gli anni del Proibizionismo; tra tutti gli alcolici, i contrabbandieri sono più propensi al traffico di gin, che non richiede invecchiamento ed è semplice da distillare. Oggi, si prepara con gin e vermouth dry. La preparazione è di per sé un rituale alla quale vale la pena di assistere ogni volta. L’olio essenziale della scorza di limone galleggia sereno sulla superficie del drink, pizzica piacevolmente il naso e consola a ogni sorso. Non è importante che siate agenti segreti americani, scrittori frustrati o semplici animali da bar. Se siete al bancone, un Martini è tutto ciò che vi serve. 

 

 

Lorenzo, 24 gennaio 2020