Gli animali che amiamo

L’umanità è pressoché scomparsa. Solo una donnina è rimasta ad aggirarsi in mezzo a capanne vuote nella speranza di farsi ingravidare da qualcuno di passaggio. Quanto agli altri superstiti, chissà. Al loro posto una vegetazione a tratti lussureggiante e una sequela di animali, fantastici e non, che entrano ed escono da sogni di sogni in una realtà onirica o comunque surreale. 


Fondatore del «post-esotismo», corrente letteraria atemporale (percepita in ogni situazione in cui la cultura sia posta sotto il giogo della censura), Volodine dà vita ad un vero proprio bestiario sottoforma di 'pastiche' letterario. 

La componente favolistica non è però, in Volodine, una struttura portante bensì strumento narrativo funzionale alle categorie ideologiche del movimento: il ruolo militante della letteratura e la sua dimensione totalizzante, ultimo baluardo di cultura di fronte al deviante dell'esistenza. 
Qui non vi è distinzione fra autore, personaggio e lettore poiché, nella realtà del testo, tutti sono chiamati alla conservazione della memoria e alla prosecuzione della lotta. 
«Una letteratura che proviene dall'altrove e incede verso l’altrove».

Gli animali che amiamo - Antoine Volodine (66thand2nd Editore)
Traduzione Anna D'Elia

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Alice, 11 marzo 2019