Frankissstein

Se Mary Shelley viene tradizionalmente considerata la madre della fantascienza, Jeanette Winterson raccogliendo la sua fiaccola di Prometeo assomiglia molto a quella zia brillante che ti fa assaggiare il vino per la prima volta (inebriandoti) e risponde alle tue domande curiose con domande ancor più grandi (sfondando porte che tu neanche vedevi).
“Frankissstein” è dichiaratamente una rivisitazione del celebre romanzo, ma c’è un motivo per cui dopo 200 anni la storia di un mostro è ancora fertile e dà, come in questo caso, risultati straordinari: la fantascienza da sempre permette di analizzare e distorcere i confini tra ciò che viene definito “soggetto” e ciò che ad esso viene contrapposto, “l’altro”, e per le scrittrici, per le donne marginalizzate e decentrate, è diventato un modo per rappresentare il sé e tutte quelle parti che l’esterno spinge verso il basso per sopprimere (il corpo, il desiderio, la volontà).
Essere ibridi e mostri nella letteratura fantascientifica scritta da donne cambiano di segno, perché se “l’altro da sé” rappresenta ciò che viene escluso, rinchiuso, limitato allora occupa una posizione che lo accomuna a molte identità emarginate, che si riconosco più in questo che in chi il mostro lo condanna e uccide.
Jeanette Winterson tiene un modo magistrale le fila di un romanzo che unisce nella narrazione una Mary Shelley estremamente vivida, assorbita dalla scrittura e dal suo corpo, e personaggi che si muovono nel nostro presente (e forse futuro?): Ry Shelley, un dottore transessuale che descrive se stesso come “ibrido”, Victor Stein, lo scienziato specializzato in IA di cui si innamora, Ron Lord, frustrato pronto a lanciare sul mercato una nuova generazione di macchine sessuali.
“Frankissstein” è una meditazione frammentaria sulle responsabilità della creazione e sulle possibilità dell’intelligenza artificiale, sulla transessualità e sul trasumanesimo, su alcuni dei temi da sempre centrali nella scrittura di Winterson come il linguaggio e le libertà individuali, ma è anche e soprattutto una storia d’amore.

Giorgia, 27 maggio 2021