Sostiene Pereira

Lisbona, 1938. Un’estate torrida, la città è deserta. Il cardiopatico, obeso e timido dottor Pereira divide le proprie giornate tra la redazione del Lisboa, quotidiano affiliato al regime salazarista, e il Café Orquidea, bevendo limonate ghiacciate piene zeppe di zucchero e lasciandosi portare alla deriva dal ricordo della moglie, morta da anni. È giornalista ma i giornali non li legge, Pereira; per il Lisboa, d’altronde, cura solo la pagina culturale, per cui traduce gli autori francesi del secolo scorso. Il presente non ha attrattive per lui, la politica la delega agli altri. È un uomo solo che vive nel passato, Pereira. Di certo non è un eroe. Ma ci arriverà.

Un giorno, leggendo un articolo di una rivista, ne resta colpito e decide di contattarne l’autore, il giovane e squattrinato Monteiro Rossi. Da qui la svolta: il ragazzo, acerbo ma coraggioso, lo catapulta in un turbine di dissidenza politica contro l’Estado Novo di Salazar, di cui Pereira diventa, suo malgrado, tassello. Lentamente, grazie a lui e alla sua fidanzata Marta, l’inquieto giornalista si apre alla consapevolezza della realtà del regime in cui vive: il pervasivo clima di intimidazione, la censura alla stampa, le ritorsioni politiche, la violenza per la strada. Un'insospettabile metamorfosi prende così forma nell’animo di Pereira, fino alla finale, fondamentale presa di posizione, all’atto di resistenza, alla denuncia di un orrendo delitto.

Vincitore del Viareggio e del Campiello, il romanzo è stato anche soggetto a una fortunata trasposizione cinematografica. Per buoni motivi: i personaggi calcano il palcoscenico della Storia con una delicatezza sognante e nel contempo concretissima. Non c’è azione umana che non lasci un suo segno tangibile, ci insegna Tabucchi; anche il pensiero, i dubbi, le reticenze di Pereira, il suo percorso intimo e individuale si rivelano fattori fondamentali, nel momento in cui si traducono in azioni. Azioni piccole come chiedere meno zucchero in una limonata, o grandi, come lasciarsi alle spalle ciò che è stato per volgere lo sguardo all’orizzonte del futuro. Grandi, come tornare ad essere un uomo tra gli altri. Grandi, come partecipare al proprio presente. È un Bildungsroman dell’età adulta quello di cui è protagonista Pereira; a dimostrazione che anche i vecchi cani imparano trucchi nuovi, e che ognuno di noi può essere qualcosa di diverso da ciò che ha sempre creduto di essere. E diverso, di frequente, è migliore.

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Matteo, 03 febbraio 2020