Follia

Per tutto il romanzo non si riesce a determinare chi sia davvero il folle e chi sia soltanto consumato dai propri fantasmi. La cornice della campagna inglese dei primi anni ‘60, che abbraccia il tetro manicomio criminale dalle architetture vittoriane, guida il lettore tra i macabri risvolti della storia di Stella Raphael, l’annoiata e bellissima moglie del nuovo vicedirettore. Attraverso le precise parole di Peter Clave, psichiatra operante nella struttura, e amico intimo della protagonista, si ripercorre la malata passione tra la moglie del vicedirettore e Edgar Stark, paziente psichiatrico dallo sguardo obliante e dall’animo feroce (e soprattutto accusato di uxoricidio).

Con linguaggio scientifico e professionale - ma altamente comprensibile - Peter Clave ricostruisce il processo di disgregazione psichica di Stella, fino all’esilio con la famiglia nella fredda e bagnata Scozia, per sfuggire all’umiliazione di non essere riuscita a dimostrare chi fosse davvero. Ma forse non sapeva più nemmeno lei chi e cosa fosse.

Attraverso la travolgente scrittura di McGrath, che lascia con il fiato sospeso fino all’ultima pagina con estrema asciuttezza, si è catapultati nella psiche controversa di una donna di cui si sarebbe potuto dire di tutto, tranne che fosse folle. Ed è proprio lì che gratta la curiosità, e si insinua in noi il dubbio di potere essere vittime della stessa catastrofica follia amorosa.

Un romanzo tormentato e cupo e che ti fa venire freddo, ma che non molla la presa, lasciandoti con la fame di riscatto. Un groviglio di esistenze e convinzioni sgretolatesi a vicenda

 

 

Camilla, 07 maggio 2021